Qualche Connessione di Vita – Street Photography a Milano
“I colori sono azione e sofferenza della luce” – Johann Wolfgang von Goethe dal libro “La sofferenza della luce” di ALEX WEBB
La street photography (o fotografia di strada) registra la realtà e la porta ad un livello superiore od artistico. Il suo scopo è quello di fissare nel frame fotografico un’azione normale e renderla in qualche maniera straordinaria. Vuol dire cogliere l’ordinario e trasformarlo in qualcosa di stupefacente accendendo, nel cervello dell’osservatore e del fruitore dell’immagine, un cortocircuito emotivo.
Da questo punto di vista cerebrale i colori aiutano a fare ciò, il rosso e i colori caldi stimolano alcuni pensieri mentre i colori freddi tendenti al blu ne provocano altri esattamente contrari. Provate a pensare a prendere un mojito a Helsinki d’inverno sotto un grigiore bluastro totale o ai Caraibi al caldo tramonto su una spiaggia bianchissima… Il cervello si accende in maniera totalmente diversa. In inglese si direbbe “Am I right, isn’t it?
Da un punto di vista fotografico, se la Street, è quella forma d’arte fotografica che vive si una sola immagine registrando l’ordinario della scena di strada secondo la soggettività, l’ironia, il gusto, la testa e la presenza del fotografo per creare quel famoso cortocircuito immediato nel nostro cervello, questo meglio avviene se esiste il “dramma” dei colori.
La “Street” non è il “Reportage”, la Street è passione immediata “one shot”; il Reportage è in qualche modo pensiero distaccato perché deve essere oggettivo e raccontare attraverso più immagini.
La passione è istinto, il contrario del ragionamento e del calcolo. Con la Street provochiamo un “tilt” istintivo, con il Reportage dobbiamo raccontare, far ragionare e far pensare eliminando se possibile gli istinti primari, quelli che invece stanno alla base della Street. Guarda caso molto spesso il buon Reportage è in BN.
Molti fotografi e esperti di street dicono che nella Street Photography bisogna sentire, annusare quasi toccare la presenza del fotografo. Ciò è cosa totalmente opposta dal Reportage in cui il fotografo non si deve percepire perché deve produrre un racconto il più distaccato possibile per dare la possibilità all’osservatore di farsi una sua idea sulla storia raccontata. Per tutti questi motivi nella street si consiglia l’uso di grandangolari per essere vicini e per poter mettere a fuoco e in unica relazione soggetto, comprimari e sfondo al fine di creare il famoso cortocircuito.
Il sale di tutto questo non può che essere il COLORE, solo così la street diventa perfezione.
La Street senza colore è come il pesce senza sale, a me non piace; sa di poco.
Perché allora molti fotografi street usano il BN? Perché usare i colori e conoscere i rapporti tra tonalità complementari ed effetti sulla nostra psiche non è semplice, è più semplice gestire solo Bianco, Nero e Grigio e poi perché adesso è di moda. Ed io quando le cose sono di moda o vanno per la maggiore tendo sempre a schierarmi per la minoranza, ma soprattutto perché credo che nella Street Photography il colore sia fondamentale.
I miei autori preferiti nel campo della Street sono Meyerowitz (che iniziò a scattare con Winogard in BN, ma ha deciso di passare al colore perché descrive più cose, più sensazioni, più contrasti e sfumature che solleticano la nostra psiche), Alex Webb (che dice sempre di “osservare il colore della luce” per enfatizzare il messaggio che si vuole dare con la “tensione” del colore) e Martin Parr (le immagini di Parr ci insegnano che si può esagerare ed essere un po’ cinici. Alle persone piace esagerare; perché le nostre foto non possono essere almeno allo stesso livello ? – dal punto di vista tecnico anche esagerando con colore).
E poi Babbo Natale è di Rosso vestito… se i colori non fossero importanti avrebbe scelto un completo Grigio 18%, ma i bambini ci avrebbero creduto?
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